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Storia del
Gruppo |
di Enzo Garofalo |
Sono a letto
con un bel febbrone. Suonano alla porta. Sono il Parroco Don Amedeo Zanotti,
Franco Lilli e Massimo Rossolini che
dicono di dovermi parlare. Penso: “Cosa ci sarà di tanto importante da non
poter attendere qualche giorno?”. La mia curiosità viene subito soddisfatta.
“Enzo - inizia Don Amedeo - abbiamo deciso che in Parrocchia urge la
costituzione di un Gruppo Donatori Sangue e abbiamo pensato che tu possa essere
la persona giusta per dirigere questa nuova attività. Abbiamo donato già in
sei/sette persone, occorre continuare”. La febbre ha una brusca impennata.
Cerco di prendere tempo, ma dopo pochi giorni la richiesta mi viene riproposta.
Accampo ancora delle scuse (famiglia, lavoro, disconoscenza completa del
problema, altri impegni, ecc. ecc.), ma non approdo a nulla. Resisto ancora un
poco, poi capitolo. Con voce molto flebile pronunzio: “Tenterò“.
Stiamo
parlando dell’autunno 1979. Nel frattempo Clotilde Maltempi, che per prima si
era interessata del problema, ha provveduto a redigere l’atto costitutivo.
Nasce in questo modo il Gruppo dei Donatori di Sangue “San Filippo Neri”
affiliato all’Ospedale Pediatrico “Bambino Gesù”. Esso, sia per la vicinanza al
nostro quartiere sia per le finalità che si prefigge, risponde in pieno a
quelle che sono le nostre aspirazioni.
Ricordo con
affetto i primi donatori: Don Amedeo Zanotti, Don Vincenzo Apicella, Don
Alberto Pacini (in seguito sarà il primo donatore del Gruppo a sottoporsi al
“Separatore Cellulare”), Emilio Di Marzio, Vilma Mari, Maria Papa, Clotilde
Maltempi e il sottoscritto. Inizia così la mia personale avventura. Non conosco
nulla circa la donazione di sangue. Cerco di approfondire il problema con i
medici del “Bambino Gesù” specialmente con l’allora Direttore del Centro
Trasfusionale Prof. Pietro Balloni. Quanti ricordi si ricollegano a questo
periodo iniziale! Cominciano a giungere richieste di assistenza e le sacche di
sangue depositato si possono contare sulle dita di una mano. E’ stato un
periodo molto duro! Se l’Ospedale non ci avesse sempre aiutato anche quando non
avevamo neppure un flacone di sangue depositato, sono certo che l’avventura si
sarebbe conclusa molto presto.
Intanto,
sfruttando tutti i legami che avevo in parrocchia, inizio a “scocciare” tutti
gli amici. Il passo è stato breve e per molti sono divenuto “il vampiro” o “il
sanguisuga”. Intanto, ogni sabato, due o tre persone che sono state contattate
durante la settimana, si recano, accompagnati da me, presso il Centro
Trasfusionale. Piano piano il “gioco” comincia a prendere forma e mi appassiona
sempre di più. Finalmente, nel 1985, il
Gruppo conta ormai una settantina di donatori. Perché non tentare la prima
donazione in Parrocchia? Detto fatto. Contattiamo il Bambino Gesù ricevendo una
entusiastica approvazione. Il 12 ottobre, preceduta da una campagna di
informazione molto forte, si tiene la prima donazione e si raccolgono 38
flaconi di sangue (le persone presenti furono una cinquantina). Come inizio
poteva andare bene! Bisogna soltanto migliorare. Prima della donazione nasce il “Gruppo di
Coordinamento” formato da una ventina di persone (tutti già donatori) che
ancora oggi operano con me. I compiti sono subito delineati: volantinaggio,
affissione locandine, pulizia locali il giorno prima della donazione,
sistemazione di tutte le attrezzature che il Bambino Gesù ci invia prima della
donazione (per molti anni siamo andati noi personalmente in Ospedale a prendere
il materiale necessario anche a costo di grandi sacrifici, chiedete a Giampaolo
Bertoni e Carlo D’Angelo se ne sanno qualcosa), assistenza alla donazione,
gestione del famoso “Bar” in grado di offrire a tutti coloro che si presentano
per la donazione una sostanziosa colazione e quant’altro possa occorrere per la
buona riuscita della “Giornata della Donazione”.
Con il loro
aiuto, tutto procede a gonfie vele. In parrocchia si parla sempre più spesso di
questa nuova attività; continuano ad aumentare le adesioni e con l’approvazione
di Don Amedeo ci alterniamo all’ambone per indirizzare a tutta la comunità
messaggi concisi sulla donazione di sangue. Arriva il momento delle prime
premiazioni per i donatori del nostro Gruppo con diplomi e medaglie e ciò in
occasione di grandi feste che l’ospedale organizza (ricordo ancora quella
effettuata presso il complesso del S. Michele appena restaurato). Sempre più
spesso partecipiamo, con una nostra squadra, a vari tornei di calcetto (c’era
ancora la gioventù). Piano piano la voce si diffonde presso le altre Parrocchie
limitrofe. Abbiamo donatori in quasi tutte le Parrocchie della Prefettura e,
cosa molto bella, di diverse nazionalità. A questo punto ci chiediamo: “Perché
non parlare della problematica del sangue presso le altre Parrocchie?”. Per
concretizzare questa idea occorre ricercare un referente presso ogni Parrocchia
che abbia voglia di impegnarsi. Siamo abbastanza fortunati. In successione
entrano a far parte del nostro “Gruppo” Santa Maria Assunta e S.Giuseppe a
Primavalle. Forse questo è il ricordo più bello. In quel periodo, parroco di
quella Parrocchia era Don Mario Bissi, che negli anni sessanta-settanta era stato, presso la parrocchia San Filippo
Neri, assistente e amico maggiore per
molti di noi. Quando gli esponiamo il problema con un sorriso ci porge un mazzo
di chiavi dicendo: “Fate pure; è casa vostra”.
La stessa accoglienza riceviamo da Don Luigi Storto, Parroco di San Pio
V°; Don Sergio Casalini, Parroco di San
Lino; Don Alberto Manunza, Parroco di San Giuseppe all’Aurelio. Non posso
dimenticare i nostri Parroci: Don Amedeo Zanotti, Antonio Panfili e, ultimo di
ordine di tempo, Don Nunzio Currao. Dei primi due sappiamo tutto o quasi. Don
Nunzio, almeno per quanto concerne la nostra attività è stato una vera manna.
La pastorale sanitaria è una componente molto sviluppata del suo DNA. Meglio di
così! Quanto aiuto ci hanno dato e ci danno tuttora questi sacerdoti! Ritengo
che la carica che ancora oggi è in noi proviene in buona parte dall’accoglienza
che ci hanno dato nelle loro Parrocchie. Anche per questo sto tentando di avere
un contatto con i Seminari Romani per poter esporre a tutti i seminaristi un
problema che si porrà al momento del loro insediamento nelle varie Parrocchie;
dal loro comportamento, infatti, potrà dipendere l’esistenza o meno di nuovi
gruppi di donatori. Anche la Parrocchia Nostra Signora di Lourdes, con l’aiuto
del Gruppo Scout, è entrata della famiglia del G.I.D.SA e si cominciano a
vedere i primi frutti.
Una persona
attenta avrà notato che invece di parlare del Gruppo Donatori Sangue “SAN
FILIPPO NERI” siamo passati alla sigla G.I.D.SA. (GRUPPO INTERPARROCCHIALE
DONATORI SANGUE) con l’intento di mettere in risalto la pluralità delle
Parrocchie aderenti.
Seminate!
Altri raccoglieranno per voi! Importante è stato seminare. Un esempio? Fabrizio
Erba e Raffaella Lumini, due nostri donatori facenti parte del Gruppo di
coordinamento, dopo il matrimonio si sono trasferiti in un'altra zona di Roma.
Hanno proseguito il loro cammino di fede presso la Parrocchia
dell’Annunziatella e hanno pensato di continuare l’esperienza che avevano fatto
con il nostro Gruppo. Il giorno della prima donazione, insieme a Giampaolo ci
siamo recati presso la loro Parrocchia. Tutto era stato organizzato nel miglior
modo possibile! Abbiamo quindi accettato un buon caffè e li abbiamo lasciati
alla loro attività (c’erano più di settanta donatori in attesa). Se questa non
è provvidenza !
Non posso
dimenticare l’aiuto avuto a suo tempo dal Gruppo Scout “Roma 122”. Con la
Comunità Capi abbiamo fatto, per una intera giornata, opera di
sensibilizzazione in Via Boccea. Questo ci ha fatto fare un bel balzo in
avanti! Infatti, in occasione della successiva donazione, si sono presentate
oltre 90 persone.
G.I.D.Sa." Gruppo Interparrocchiale Donatori Sangue
c/o Parrocchia San Filippo Neri alla Pineta Sacchetti - Via Martino
V° 28 - 00167 Roma